Indetti i Bandi per Socio Esperto, Socio Esperto Docente e Ditte Qualificate. Scadenza 31/03/2024

Sono indetti i Bandi per:

  1. Socio Esperto: Download BANDO ESPERTI AIPIN scad 31.03.2024
  2. Socio Esperto Docente: Download BANDO DOCENTI scad 31.03.2024
  3. Ditte Qualificate: Download BANDO DITTE QUALIFICATE scad 31.03.2024

Per la valutazione dei titoli la Commissione terrà conto delle attività svolte nel corso degli ultimi tre anni (2021 – 2022 – 2023).

Per il rinnovo dell’iscrizione agli Elenchi non è previsto il pagamento di alcuna quota, ma sarà necessario inviare il proprio Curriculum vitae, evidenziando quanto di interesse per la valutazione dei titoli.

31/10/2023 Esondazione Seveso. Interviene la nostra Vice Presidente Flora Vallone.

31/10/2023 Esondazione Seveso. Interviene la nostra Vice Presidente Flora Vallone.
A Milano, un’altra notte di inferno. Alberi caduti, vento e pioggia sino a 70 mm/secondo, con un sistema fognario che non riesce ad assorbire oltre 40 mm/sec . Ennesima esondazione del torrente Seveso che ha ancora allagato il nord Milano mandando in tilt la circolazione di auto e mezzi pubblici, mentre ancora tarda la vasca di espansione di Bresso cui è affidata la soluzione alle bombe d’acqua oramai sempre più forti e frequenti. E’ sempre più evidente che la gestione ordinaria dei fenomeni metereologici e collegato rischio idrogeologico, continua ad essere insufficiente.
Occorre rapidamente riconvertire il nostro “fare sul territorio”: certamente meno consumo di suolo, certamente drenaggio urbano sostenibile ma ancor più una rapida riconversione della gestione dei nostri paesaggi cominciando urgentemente a liberare torrenti e fiumi da argini non più sostenibili”.
Lo ha dichiarato Flora Vallone, architetto paesaggista, di Milano, Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Naturalistica.
Ma e’ sempre più evidente che la gestione ordinaria dei fenomeni metereologici e collegato rischio idrogeologico, continua ad essere insufficiente. Occorre rapidamente riconvertire il nostro “fare sul territorio”: certamente meno consumo di suolo (peraltro ancora in crescita come conferma il rapporto ISPRA 2023!), certamente drenaggio urbano sostenibile (ancora non entrato tra le quotidiane best practices!), ma ancor più una rapida riconversione della gestione dei nostri paesaggi – ha concluso la Vallone – cominciando urgentemente a liberare torrenti e fiumi da argini non più sostenibili: da quelli pensili delle pianure emiliane a quelli costretti tra le aree urbanizzate dell’area metropolitana milanese, solo per ricordare i più citati nelle cronache degli ultimi mesi. E che sempre dicono di “emergenze”, come se non si trattasse invece di annunciato e gravissimo rischio idrogeologico che attanaglia il 94% dei comuni Italiani.
Siamo in grave ritardo e occorre rapidamente investire in cura del territorio, diffusa e pervasiva. Utilizzando i processi e le tecniche della Natura, le cosiddette Nature Based Solutions, Ingegneria Naturalistica in primis per rinaturalizzare fiumi e torrenti, restituire loro aree golenali e equipaggiamenti vegetazionali, inoculare sistemi verdi nelle città, tra foreste, alberi e giardini della pioggia. Tornare insomma a riammettere la Natura nei paesaggi dell’Uomo e coinvolgendo le comunità locali, i giovani e i tanti che amano il loro pianeta e che certamente sono pronti ad attivarsi, non solo per spalare il fango post “emergenza” ma adoperandosi ex ante per la prevenzione, magari a valle di quella tanto attesa formazione che lo stesso PNRR prevede, ma ancora fatica a decollare”.
Fonte AgenPress:

João Paulo In memoriam

João Paulo In memoriam

Siamo tutti rattristati e costernati per la recente e inaspettata perdita del nostro caro membro e amico João Paulo Almeida Fernandes, professore di Ingegneria Naturalistica presso il Dipartimento di Paesaggio, Ambiente e Pianificazione dell’Università di Évora, nonché membro e collaboratore della nostra Federazione, fin dalle sue origini. Primo presidente e membro fondatore di APENA, Associação Portuguesa de Engenharia Natural

Molti di noi avevano con João Paulo non solo un rapporto di lavoro, ma anche una grande e solida amicizia, basata negli anni su argomenti comuni, visioni ed esperienze condivise, e pensavamo che avremmo avuto ancora molto da condividere.

Dall’Università di Évora, ma anche dalla Federazione EFIB e da numerosi progetti europei, hai contribuito con il tuo amore per la nostra disciplina a consolidare e diffondere la Soil & Water Bioengineering nell’area mediterranea, con particolare e determinante attenzione alle piante e alle qualità biotecniche.

Ricordiamo la tua grande conoscenza e il tuo rigore scientifico, la tua sana ironia e il tuo senso dell’umorismo e la tua disponibilità a farti coinvolgere in qualsiasi attività, progetto, congresso, workshop, escursione, che veniva proposta e organizzata. Potevamo sempre contare su di te e la tua presenza ai nostri eventi era sinonimo di qualità, qualità scientifica certo, ma anche e soprattutto qualità umana.

Non dimenticheremo il tempo trascorso con te come colleghi e amici. Ci mancherai molto, João, Muito obrigado.

 

Joao Paulo In memoriam

Comunicato stampa 13/07/2023: Approvata la Nature Restoration Law

APPROVATA DALL’EUROPARLAMENTO LA LEGGE EUROPEA PER IL RIPRISTINO DELLA NATURA. LE ORGANIZZAZIONI DEL MANIFESTO PER LA RESTORATION LAW: SUCCESSO STRAORDINARIO E GRANDE SPERANZA PER LA NATURA, CON UN RUOLO DETERMINANTE DELLA MOBILITAZIONE CIVICA.

Le oltre 200 organizzazioni italiane del Manifesto per la Nature Restoration Law, tra cui anche AIPIN e CATAP,  accolgono con grande soddisfazione l’approvazione della legge europea per il ripristino della natura, scaturita dal voto di ieri, 12 luglio 2023, dell’Assemblea plenaria del Parlamento europeo.

Si tratta di un risultato di straordinario valore, considerata la portata di questa legge e gli effetti che, una volta avviata la sua attuazione, si avranno in tema di arresto del declino della biodiversità, rigenerazione di ecosistemi ed habitat, mitigazione e adattamento cimatici, conservazione del Capitale Naturale, greening dei centri urbani, impiego di Nature Based Solution, tutela e valorizzazione dei Servizi ecosistemici.

A rafforzare il successo dell’iter della legge c’è la grande mobilitazione che intorno alla legge si è creata, grazie alle organizzazioni italiane ed europee, alla scienza, ai cittadini e alla società civile, i cui numeri, a cominciare da quelli del milione di firme raccolte e dei seimila scienziati, sono oltremodo eloquenti.

Con il Manifesto per la Nature Restoration Law, le oltre 200 organizzazioni italiane aderenti nonché le centinaia di ricercatori, accademici, figure di enti e istituzioni hanno inteso sottolineare il rilievo della legge per la biodiversità europea e più in generale per l’ambiente, la sostenibilità, il benessere delle persone ed evidenziare come il tempo della vera transizione ecologica sia arrivato.

Gli sforzi di queste settimane sono stati premiati e l’approvazione della legge, così come il negoziato sul testo che si svilupperà nel cosiddetto Trilogo (Commissione europea, Consiglio dell’Ue, Parlamento europeo), costituisce una grande speranza per la natura e più in generale per il progetto di un’Unione europea fondata su valori sostanziali come sono anche quelli ambientali.

Anche per questo il Manifesto per la Nature Restoration Law continuerà la sua opera durante i lavori del Trilogo, per cercare ulteriormente di migliorare il testo, fino all’entrata in vigore di questa importante, essenziale legge.

Questa vittoria, tuttavia, è frutto di un compromesso che ha comportato la rinuncia a molti impegni e obiettivi qualificanti. È particolarmente grave la cancellazione delle azioni dedicate alla tutela degli impollinatori e all’ambito agricolo, ignorando che oggi in Europa è proprio l’agricoltura intensiva la prima causa di perdita della biodiversità.

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AIPIN aderisce al Manifesto per la Nature Restoration Law

Aderisci al Manifesto per la Nature Restoration Law. Un’occasione imperdibile per la natura, le persone e un’Europa migliore.

La Nature Restoration Law è la più grande occasione per rigenerare la natura d’Europa e garantire sostenibilità, futuro e benessere ai suoi cittadini.
Progettata quale strumento della Strategia sulla biodiversità al 2030, nell’ambito del Green Deal europeo, la Nature Restoration Law è il programma per il ripristino degli ecosistemi, degli habitat naturali e delle specie da
essi dipendenti.
Ripristinare almeno il 20% del territorio terrestre e marino dell’Unione europea e gli ecosistemi in sofferenza o andati persi; impedirne l’ulteriore deterioramento; rinaturalizzare i corsi fluviali abbattendo le barriere artificiali
dove creano più danni che benefici; reinserire elementi naturali negli agroecosistemi, per un’agricoltura più sana e ricca di biodiversità, in special modo di insetti impollinatori e uccelli; promuovere una maggiore strutturazione delle foreste per migliorarne la qualità; favorire un’opera di greening delle città, spesso troppo grigie e povere di natura: sono solo alcuni degli obiettivi che la Nature Restoration Law si pone e che, qualora approvata, potrà concretamente perseguire negli Stati membri dell’Unione, Italia compresa.
Ai benefici per la biodiversità se ne aggiungono molti altri, di non minore importanza: il contributo alla crisi climatica in termini di adattamento e mitigazione, un territorio più sano e dunque meno soggetto ad alluvioni,
siccità ed altri disastri, una migliore conservazione del capitale naturale e dei servizi ecosistemici che ne conseguono, un grande contributo alla qualità della vita e alla salute psicofisica dei cittadini.
Benefici straordinari, reali e a portata di mano.
Dopo gli insuccessi europei dei decenni scorsi in tema di politiche della natura, la Nature Restoration Law rappresenta la volontà decisa e concreta di cambiare finalmente passo e mettere la natura al centro delle vite
delle persone, in un momento storico in cui la crisi ambientale globale chiede risposte serie, effettive, non più rimandabili. Chiede ragionevolezza, saggezza, azione.
Non solo: la Nature Restoration Law è anche il simbolo concreto di un cambio di passo dell’Unione europea in termini di condivisione profonda, secondo il principio che l’Europa può vivere, crescere e rafforzarsi solo se a legarla ci sono anche natura, cultura, valori comuni. Se ci sono programmi come quello di proteggere il patrimonio naturale con le sue risorse e la sua bellezza.
La Nature Restoration Law è tutto questo. Un’occasione che davvero non può andare persa.
Per tutto ciò, ci rivolgiamo al Parlamento europeo e a tutti gli attori istituzionali e politici in campo chiedendo di sostenere convintamente l’approvazione della Nature Restoration Law quale straordinaria opportunità per la rinascita della natura e delle comunità europee.
Chiediamo altresì alle organizzazioni, alle imprese, al mondo della scienza e della cultura nonché a tutte le cittadine e i cittadini italiani di sostenere la legge e di fare quanto possibile perché sia approvata e messa in atto.

PER ADERIRE

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DICHIARAZIONE AIPIN DI FIRENZE 08.06.2023

DICHIARAZIONE AIPIN DI FIRENZE

AIPIN riunitasi in Assemblea Nazionale (Firenze 08.06.2023) e a valle degli ennesimi eventi calamitosi in Emilia Romagna ed altre regioni italiane, ha condiviso l’impegno a collaborare fattivamente con le Istituzioni mettendo a disposizione le proprie competenze e professionalità in tema di mitigazione del rischio idrogeologico e rigenerazione ecosistemica dei territori degradati.

Richiamando l’APPELLO Rischio Idrogeologico: i governi non hanno fatto abbastanza” (Firenze 06.10.2022), AIPIN ribadisce la necessità di integrare il sistema di Protezione civile con uno di Prevenzione Civile, e da subito supportare i processi di “riparazione dei danni” mettendo in campo, oltre le risorse economiche, anche le necessarie risorse umane, appositamente formate e organizzate attraverso percorsi di accompagnamento e formativi.

AIPIN rende quindi disponibile le sue professionalità interne in relazione alle diverse esigenze ed a sviluppare  corsi e cantieri didattici diffusi sul territorio nazionale, a partire dalle aree a maggiore pericolosità per frane e alluvioni.

Nelle zone alluvionate dell’Emilia Romagna sono già stati effettuati sopralluoghi a Faenza e a Modigliana, dove sono già in programma collaborazioni con tecnici e amministratori locali, autofinanziate da AIPIN. Saranno in particolare proposti e realizzati interventi innovativi di Ingegneria Naturalistica come NBS (cfr. Manuale IN2.0, stampato a cura della Regione Toscana). In Sicilia AIPIN ha in corso un protocollo di intesa con ANCI Sicilia, Università di Palermo, SIEP IALE per convegni e attività in tema di dissesto idrogeologico e prevenzione del rischio idraulico urbano.

In convegno a Firenze su “Ingegneria Naturalistica – Nature Based Solutions  e PNRR” e lo scorso 31 marzo ad Agrigento  (in collaborazione con SIEP Iale ed Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento), AIPIN ha inoltre individuato diverse linee di finanziamento del PNRR, disponibili ad essere indirizzate verso interventi di rinaturazione, infrastrutture verdi, incremento biodiversità, resilienza al cambiamento climatico, sia in ambito urbano che extraurbano (agricoltura, foreste, fiumi, coste, etc.). Tutti attivabili – e con celerità- attraverso task force che impieghino IN-NBS quali tecniche multifunzionali a basso costo e alto effetto rigenerativo per la resilienza dei nostri territori.

AIPIN si propone quindi partner operativo anche per l’attivazione di scuole-laboratorio (learning by doing) che aggancino giovani per farne i “futuri tecnici del territorio” e favoriscano il nascere di  start-up e nuove economie green.

Infine, AIPIN chiede che il Governo italiano  l’impegno a sostenere la Nature Restoration Law che sarà votata il 15 giugno prossimo in Commissione Ambiente del Parlamento europeo e poi il 20 giugno dai Ministri dell’Ambiente dei Paesi membri EU,  nella prospettiva che la sua attuazione attivi una grande opera di presidio, cura e restauro del nostri territori per il benessere sociale ed economico delle nostre popolazioni, consapevoli che la manutenzione ordinaria o Prevenzione Civile costerà molto meno (un settimo) degli interventi straordinari e di Protezione civile.

Firenze 08.06.2023

 

Prof. Federico Preti ingegnere idraulico, Phd in monitoraggio ambientale – Presidente AIPIN
Paolo Cornelini, ingegnere e naturalista, Presidente Onorario AIPIN
Giuseppe Doronzo geologo, Vice Presidente AIPIN
Gianluigi Pirrera ingegnere idraulico e sanitario, Vice Presidente AIPIN
Flora Vallone architetto e paesaggista, Vice Presidente AIPIN
Pierpaolo Fantini, ingegnere, Tesoriere AIPIN
Lorena Ferrara, biologa, Segretario AIPIN
Lino Ruggieri, biologo, Consigliere AIPIN
Riccardo Santolini, ecologo, Consigliere AIPIN

 

DICHIARAZIONE_AIPIN_DI_FIRENZE 08.06.2023

 

COMUNICATO STAMPA Salute degli ecosistemi e tutela del paesaggio: dal Convegno di Ingegneria naturalistica l’appello delle Associazioni

COMUNICATO STAMPA

Salute degli ecosistemi e tutela del paesaggio: dal Convegno di Ingegneria naturalistica l’appello delle Associazioni

 Agata Militello, 11 ottobre 2022

Ultimati i lavori del  quarto convegno internazionale di Ingegneria naturalistica Ma.T.E.R. –  Materials and Techniques in Ecological Restoration, dopo l’ampio apprezzamento dei tecnici intervenuti alle sessioni formative, giunge adesso il momento delle riflessioni.

Il Parco dei Nebrodi, organizzatore dell’evento congiuntamente all’Università di Palermo e l’AIPIN, Associazione italiana per l’ingegneria naturalistica – già da tempo gode di una rete di collaborazioni istituzionali, finalizzate alle gestione eco compatibile dell’area protetta.

L’apertura ha presentato chiaramente l’azione che Domenico Barbuzza, Presidente del Parco dei Nebrodi, intende portare avanti: salvaguardia dell’ambiente, divulgazione della cultura dello sviluppo sostenibile, sostegno alle giovani generazioni.

Perché il Parco ha un importante ruolo di indirizzo e coordinamento che viene unanimamente riconosciuto dalla fitta rete di collaborazioni sviluppatasi negli anni.

I lavori, seguiti sia in presenza che on line, hanno dato voce alla disciplina, che utilizza le piante autoctone per gli interventi antierosivi e di consolidamento, con  svariati i tipi di applicazione.

Lotta all’erosione e ricostruzioni di elementi delle reti ecologiche, e ancora interventi di rinaturalizzazione, anche in abbinamento con altri materiali come paglia, pietrame e i geotessuti.

Filo conduttore la necessità di utilizzare tecniche ecosostenibili, per sostenere i terreni che con l’abbandono delle campagne prima e con i disastri ambientali causati dagli  incendi,  rischiano di perdere l’identità e la vocazione che li caratterizza.

Importante orientare il comparto della vivaistica sulle varietà da utilizzare ma anche la necessità di avvalersi di tecnici che permettano la “naturale” integrazione al paesaggio esistente: ecco quindi la necessità di adottare un codice comportamentale per i professionisti e, in generale, per tutti gli addetti ai lavori.

L’appuntamento scientifico, che ha assunto cadenza quinquennale, è diventato così  un importante  momento di confronto e dibattito sulle  esperienze del settore.

Particolarmente apprezzati anche gli interventi di esperti stranieri, che hanno portato all’attenzione del pubblico problematiche e soluzioni di conservazione e rinaturalizzazione di ambienti costieri e montani: un motivo in più per investire anche nel nostro Paese su questo settore, ancora poco conosciuto, ma di grande tendenza, la cui attualità sta peraltro emergendo anche in questi mesi per la gestione delle risorse del PNRR.

Gli interventi stranieri, tra cui: Paola Sangalli – European Federation of Soil Bioengineering- Jun Yang – Sichuan Qionghai National Wetland Park (Cina), Albert Sorolla – Asociación Española de Ingeniería del Paisaje (AEIP), Florin Florineth – University of Natural Resources Life Sciences, Vienna,  Sandor Nemethy – University of Gothenburg e Ejarque Josep – Destination manager Piano Strategico per la gestione del Sentiero Italia (Dorsale dei Nebrodi) hanno mostrato le nuove tecniche dell’economia circolare:riutilizzare quanto più possibile ciò che la natura offre, dare una seconda vita a quelli che sono considerati scarti.

La presentazione degli interventi di ingegneria naturalistica della Dorsale dei Nebrodi e al Piano strategico per la gestione del Sentiero Italia, unitamente alla presentazione del volume IN.2.0 -Innovazioni in Ingegneria Naturalistica-, a cura di Federico Preti,  Rossana Saracino e Andrea Signorile ha permesso di sviluppare ulteriori considerazioni, che troveranno spazio negli atti del convegno, di prossima pubblicazione.

Nel corso del Convegno sono stati  consegnati i riconoscimenti del Premio intitolato a Giuliano Sauli, padre dell’ingegneria naturalistica italiana: Gioia Gibelli, Giuseppe Gisotti e Gianluigi Pirrera, gli esperti individuati dalla Giuria.

Elaborato inoltre un documento finale a cura dell’A.I.P.I.N. – primi firmatari  Federico Preti, Gioia Gibelli  Gianluigi Pirrera  Flora Vallone  e Giuseppe Doronzo- di appello ai decisori internazionali, sull’esigenza di comunicare al nuovo governo, l’urgenza  di occuparsi del rischio idrogeologico, della salute degli ecosistemi e, più in generale, del paesaggio italiano. Emerge con chiarezza lo stretto legame tra ambiente, società ed economia: ecco perché è importante programmare in tempo e con le giuste professionalità le azioni, con gli approcci multidisciplinare discussi durante i 2 giorni dedicati al convegno

Una occasione di confronto  con i migliori professionisti, che ringrazio per aver accolto l’invito al confronto nel territorio del Parco dei Nebrodi, per affrontare  le problematiche connesse alla difesa del suolo, agli interventi di rinaturalizzazione e conservazione degli habitat, grazie alle tecniche di ingegneria naturalistica commenta il Presidente del Parco Domenico Barbuzza.

A cura di Sara La Rosa, Parco dei Nebrodi

APPELLO Rischio Idrogeologico: i governi non hanno fatto abbastanza 

APPELLO

Rischio Idrogeologico: i governi non hanno fatto abbastanza

Al termine del Convegno Internazionale MATER (organizzato con Parco dei Nebrodi ed Università degli studi di Palermo durato 2 giorni), in cui ricercatori e professionisti che si occupano di conservazione del territorio da discipline (geologia, pedologia, ingegneria, architettura del paesaggio, botanica, scienze agronomiche e forestali) e ruoli diversi, si sono confrontati sulle pesanti criticità che questo secolo deve affrontare, gli intervenuti hanno concordato sull’esigenza di comunicare al nuovo governo, l’urgenza irrimandabile di occuparsi del rischio idrogeologico, della salute degli ecosistemi e, dunque, del paesaggio italiano.

Sentiamo quindi il dovere, interpretando il pensiero dei tanti soci delle Associazioni Tecniche dell’Ambiente partecipanti (in particolare della Past President SIEP Iale Gioia Gibelli, della Presidente EFIB Paola Sangalli e dei tre vincitori del Premio Internazionale di Ingegneria Naturalistica “Giuliano Sauli”) di lanciare questo Appello, per il superamento di un approccio insufficiente e non più al passo con i tempi e i dettami normativi.

Il processo di degrado del territorio italiano è in atto da decenni e riguarda il dissesto idrogeologico, lo spreco di suolo, il degrado dei suoli e delle acque, la perdita di biodiversità e di paesaggi di qualità, la minaccia continua alla sicurezza delle persone e alla salute degli ecosistemi.

Nessun governo, finora, ha preso sul serio i temi della sicurezza ambientale e la situazione continua, infatti, a peggiorare. Alcuni esempi.

  • Il 93% dei comuni italiani presenta aree a rischio idrogeologico, aspetto che è destinato a peggiorare con i Cambiamenti Climatici (CC),
  • le spese per rimediare i danni prodotti da frane, alluvioni, dissesti, sono almeno 3 volte tanto le spese per realizzare interventi sapienti di adattamento ai CC, volti a ridurre le vulnerabilità in essere, di origine prevalentemente antropiche,
  • la perdita di sostanza organica dei suoli, sia per effetto dell’erosione che a causa dell’agricoltura intensiva, penalizza fortemente la capacità dei suoli stessi di catturare carbonio, infiltrare l’acqua, ecc.
  • L’impermeabilizzazione incontrollata di suolo, senza una adeguata gestione delle acque meteoriche e del reticolo idrografico, genera problemi ingenti sia per quanto riguarda le alluvioni urbane, sia per la qualità delle acque superficiali e sotterranee, e sottrae Servizi Ecosistemici fondamentali alla riduzione della vulnerabilità dei
  • Il “13° Global Risk Report” del World Economic Forum di Davos del 2018, riportava peraltro, nella lista delle maggiori minacce per gli investimenti, tra le prime 5: gli eventi meteorici estremi (la cui pericolosità cresce con la vulnerabilità dei territori), i disastri naturali, il fallimento delle politiche per la mitigazione e l’adattamento ai CC, la crisi dell’acqua. Subito dopo, la perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi, i disastri ambientali prodotti dall’uomo stesso. Tutti aspetti di cui il territorio italiano è indubbiamente “ricco”.

E’ ormai innegabile lo stretto rapporto tra ambiente, società ed economia ed è altrettanto evidente che continuare a “dimenticare” le vulnerabilità territoriali, porterà sempre più frequentemente al collasso strutture naturali degradate e strutture artificiali inadeguate, incidendo in modo significativo sull’economia. Non solo per l’aumento esponenziale dei costi di “riparazione”, ma anche come deterrente per investimenti e come ostacolo per lo sviluppo di economie varie, tra cui quelle che possono essere sostenute da paesaggi sani.

Il territorio ci chiede di intervenire urgentemente e sapientemente, con azioni con e non contro la natura, incardinate in programmi di breve, medio e lungo periodo. Azioni non casuali, ma pensate e sviluppate per dare risposte efficaci alla grande varietà di situazioni che caratterizza il tutto territorio italiano.

Dunque ci sentiamo in dovere di chiedere ai governi nazionale e regionali, di prendere quella decisione che non è mai stata presa finora

salvare il territorio e con esso i paesaggi e le risorse che sono alla base di ogni economia e civiltà”.

Se la decisione, come auspicato, verrà presa, AIPIN che è parte del CATAP (una rete di associazioni tecnico scientifiche per l’ambiente e il paesaggio), è disposta a mettersi in gioco, con le competenze multidisciplinari, scientifiche, tecniche, le esperienze trentennali sulla riparazione adattativa e cura del territorio, e le idee maturate attraverso i numerosi confronti e la conoscenza profonda della molteplicità degli aspetti che caratterizzano le vulnerabilità dei sistemi territoriali.

La complessità richiede approcci multidisciplinari per capire e trovare soluzioni efficaci, durevoli nel tempo perché autorigeneranti. Dunque è necessario un cambio di passo, che veda gli specialismi come approfondimenti indispensabili all’interno di un pensiero complessivo. Diversamente, continueremo a vedere muri di difesa che crollano, paesi spazzati dal fango, raccolti inesistenti per la mancanza d’acqua, piante sbagliate che bloccano i ponti, spese folli per difendere edifici che non avrebbero mai dovuto essere costruiti.

E’ dunque urgente un percorso formativo che riporti i tecnici italiani ai vertici della qualità progettuale perché le risorse economiche disponibili vengano investite e non spese, nella piena consapevolezza dei rischi e delle possibili soluzioni e alternative. Ad esempio, un programma attento di manutenzione del territorio, basato sulla cura ordinaria, oltre a prevenire danni ingenti può ridurre fino all’80% i costi complessivi di gestione e riparazione.

Le risorse naturali sono un capitale su cui si sostiene tutta l’economia. Un esempio è il suolo che sostiene qualsiasi attività nonché una gran parte dei Servizi Ecosistemici indispensabili alla nostra vita, il cui processo inarrestabile di consumo è nato con una riforma fiscale (l’introduzione dell’ICI a compensazione della cessazione dei trasferimenti di fondi dallo Stato centrale per la gestione dei servizi comunali) che ha allargato al pubblico l’interesse privato di costruire: non può esistere il risparmio di risorse non rinnovabili, e dunque un percorso nazionale verso l’impoverimento, se la fiscalità continua a premiarne lo sfruttamento. È urgente un graduale passaggio ad una fiscalità che premi significativamente le attività volte alla conservazione delle risorse non rinnovabili, al riuso, alla rigenerazione di risorse, e che penalizzi significativamente il consumo di risorse non rinnovabili. Un primo passo, semplice, per esempio, l’introduzione dell’IVA agevolata sul materiale vegetale e la e la costruzione di spazi verdi (oggi è pari al 22%) e l’aumento significativo dell’IVA per le costruzioni che consumano risorse.

Il percorso più rapido ed efficace è quello di “formare facendo”, utile per tutti, attori pubblici e privati. Si evidenzia le necessità di introdurre come prassi per i progetti PNRR, un “accompagnamento esperto” multidisciplinare da parte di tecnici di accertate competenze, con il triplice obiettivo di migliorare la qualità dei progetti, formare facendo tecnici pubblici e privati, aprire il percorso che porterà a delineare una PA davvero innovativa e sburocratizzata, in quanto focalizzata a orientare e verificare le qualità e gli obiettivi raggiunti, perché ne ha le competenze, anziché controllare l’andamento di procedure tortuose, totalmente inefficaci nei confronti della risoluzione dei problemi e della necessità di sperimentare per innovare. La riduzione vera del rischio idrogeologico si può ottenere solo con azioni coraggiose che prevedono la delocalizzazione di edifici e infrastrutture che non avrebbero mai dovuto essere costruite.  Ciò permetterebbe, ad esempio, di “ridare spazio a fiumi” e quindi all’acqua, che tornerebbe amica anziché temibile minaccia, alla funzione fitodepurante della vegetazione ripariale e golenale e alla ricarica delle falde, unico grande magazzino d’acqua che può supplire allo scioglimento dei ghiacciai. Pertanto si propone di predisporre da subito un Piano Nazionale di demolizione, volto a definire le priorità rispetto al rischio, da attuare nel 2026 con i fondi che resteranno inutilizzati dal PNRR: se il piano sarà pronto, compresi gli accordi con chi vive quotidianamente la minaccia dell’alluvione e/o della frana, la realizzazione potrà essere rapidissima.

Questa misura avrà un ritorno economico indiretto in termini di risparmio sulle gestioni future, di sicurezza dei territori, delle persone e degli approvvigionamenti, della conservazione dell’acqua e dei suoli, nonché sull’adattamento ai CC.

Tutto ciò, se perseguito attraverso il modello dell’Accompagnamento esperto, potrà dare frutti importanti sia nella formazione che nell’occupazione giovanile, con la potenzialità di costruire una nuova generazione di “tecnici per il territorio”, indispensabile in un territorio così diverso e fragile come quello italiano. Territorio che deve smettere di disfacersi, al fine di tornare attrattore di investimenti sicuri.

AIPIN, pronta a rimboccarsi le maniche, attende una risposta.

Firenze, 6 ottobre ’22

Prof. Ing. Federico Preti, Arch. Gioia Gibelli, Biol. Paola Sangalli, Geol. Giuseppe Doronzo, Ing. Gianluigi Pirrera, Arch. Flora Vallone

 

Download per divulgazione:  Appello AIPIN AI GOVERNI Rischio Idrogeologico i governi non hanno fatto abbastanza Definitivo Ottobre 2022

Rassegna stampa 4° CONVEGNO INTERNAZIONALE DI INGEGNERIA NATURALISTICA 23-24 settembre 2022

Materiali e Tecniche per il Recupero degli Ecosistemi
Parco dei Nebrodi – 23 e 24 settembre 2022

RASSEGNA STAMPA:

  1. Sant’Agata Militello: oggi e domani la quarta edizione del convegno internazionale di ingegneria naturalistica https://www.amnotizie.it/2022/09/23/santagata-militello-oggi-e-domani-la-quarta-edizione-del-convegno-internazionale-di-ingegneria-naturalistica/
  2. Preti: le tecniche di costruzione vanno ispirate alla natura https://messina.gds.it/video/cronaca/2022/09/23/preti-le-tecniche-di-costruzione-vanno-ispirate-alla-natura
  3. Così ingegneri naturalistici, ambientalisti e ricercatori rilanceranno il Parco dei Nebrodi: https://messina.gds.it/foto/societa/2022/09/23/cosi-ingegneri-naturalistici-ambientalisti-e-ricercatori-rilanceranno-il-parco-dei-nebrodi
  4. Sant’Agata Militello. Al via il quarto convegno internazionale di Ingegneria naturalistica Ma.T.E.R.:  https://www.facebook.com/watch/?v=887311595636673&extid

 

Avviso di selezione Dottorato nazionale in Scientific,Technological and Social Methods Enabling Circular Economy – Università degli Studi di Padova

Dottorato nazionale in Scientific,Technological and Social Methods Enabling Circular Economy

L’Università di Padova ha attivato dottorato nazionale in Scientific, Technological and Social Methods Enabling Circular Economy, un corso di dottorato a carattere fortemente multidisciplinare che si propone di formare giovani e qualificate/i ricercatrici e ricercatori con competenze ed abilità, sia di natura tecnico-scientifica che di natura socio-economica, gestionale e giuridica che siano in grado di offrire soluzioni innovative ed efficaci per favorire la transizione dal modello di economia produttiva di tipo lineare al modello di economia circolare.
Per coprire tutte le componenti della catena del valore (value chain) dell’economia circolare, il percorso di dottorato si sviluppa su tre curricula, che contemplano tutti gli aspetti tematici, quindi di natura trans- e multidisciplinare che sottendono il modello circolare:

  • Il primo curriculumCircular Anthropogenic Environment and Society, è focalizzato su tematiche di natura economica, gestionale, statistica, psico-sociale, giuridico-normativa, ma contempla anche aspetti di pianificazione e gestione urbana e del territorio, incluse le risorse idriche, e delle attività correlate (es. turismo e utilizzo del suolo).
  • Il secondo curriculum, Technical Materials for Circularity, è di natura tecnico-scientifica ed ingegneristica, e si focalizza, dal punto di vista tecnico, sulla chiusura del ciclo di vita di materiali e prodotti di origine antropogenica.
  • Il terzo curriculumCircular Biomaterials and Biorefinery, ha come focus principale biomateriali, biomasse e il settore agro-alimentare.

Scadenza 4 agosto 2022, ore 13.00

INFO: https://www.unipd.it/dottorato/scientific-technological-social-methods-enabling-circular-economy