Convegno 7 febbraio 2023 Milano – Il parco Monte Stella a Milano: caso studio per il calcolo dei servizi ecosistemici e la gestione sostenibile del verde urbano

Martedì 7 febbraio 2023 ore 9.00 Centrale dell’Acqua, Piazza Diocleziano 5, Milano
Convegno Il parco Monte Stella a Milano: caso studio per il calcolo dei servizi ecosistemici e la gestione sostenibile del verde urbano

L’analisi dei servizi ecosistemici, è oggi tema ampiamente discusso a vari livelli. La valorizzazione dei servizi ecosistemici, costituisce una modalità che permette alle amministrazioni di rispondere alle esigenze della cittadinanza sempre più alla ricerca di un verde di qualità ecologica, ambientale e sociale. Il caso pilota condotto al Monte Stella, si focalizza su quelli che possono essere i maggiori apporti, in termini di servizio, assicurati da un parco in città.

E’ possibile seguire l’evento anche da remoto. Previsti CFP per agronomi e architetti.

Programma: CONVEGNO Parco Monte Stella 7 febbraio
Iscrizione evento online: https://register.gotowebinar.com/register/6876856320957949532

 

Workshop 27 gennaio 2023 Sciacca | “Paesaggi vulnerabili: approcci multidisciplinari per prevenire e contrastare gli effetti del cambiamento climatico sul territorio”

Workshop “Paesaggi vulnerabili: approcci multidisciplinari per prevenire e contrastare gli effetti del cambiamento climatico sul territorio” promosso dall’Università di Palermo, che si terrà  Venerdì 27 gennaio 2023 presso la Sala Blasco del Palazzo Municipale  di Sciacca.

Il workshop ha l’obiettivo di presentare diversi approcci metodologici, sia scientifici che tecnici, di analisi e progettazione, per prevenire, contrastare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico sul territorio. Saranno affrontati aspetti relativi alla difesa del suolo, alla gestione degli alvei fluviali, agli interventi di rinaturalizzazione e conservazione degli habitat, alla progettazione ambientale, alla pianificazione territoriale.

Alla fine del workshop è previsto un dibattito finale per focalizzare i punti chiave delle problematiche affrontate.

Iscrizione all’evento: https://paesaggivulnerabili.eventbrite.it/

L’evento è accreditato per l’acquisizione di crediti formativi professionali (CFP) per: agronomi, periti agrari, geologi, architetti, ingegneri, geometri e avvocati.

Info: [email protected] 

 

Ciclo di webinar SocINcontranoSoci AIPIN – Edizione 2022

Si rinnova l’appuntamento con il ciclo di webinar SocINcontranoSoci AIPIN – Edizione 2022.
Gli incontri sono riservati ai soci e la partecipazione concorrerà come titolo per il passaggio da socio aderente a socio effettivo o da socio effettivo a socio esperto.
Programma:
🟢Lunedì 21 novembre
ore 17:00 Federico Boccalaro: Progettazione di consolidamento dunale nella ZSC “Dune del Circeo”
🟢Lunedì 28 novembre
ore 17.00 Lino Ruggieri: Interventi di Ingegneria Naturalistica e di Bioarchitettura nella progettazione integrata di una residenza agricola
ore 18.00 Valter Porzio (Euland): Realizzazione di sistemi galleggianti (vegetati e inghiaiati), impiego di rulli in cocco, biostuoie a canneto
🟢Lunedì 12 dicembre
ore 17:00 Flora Vallone – Giulia Ceribelli: Ingegneria naturalistica per la mobilità
Per info/iscrizioni: [email protected]

 

Programma Ciclo webinar SocINcontranoSoci AIPIN ED 2022

 

Convegno Formativo PISA 2050: CONNESSIONI VERDEBLU PER LA CITTÀ DEL FUTURO 11 novembre 2022

Convegno Formativo PISA 2050:
CONNESSIONI VERDEBLU PER LA CITTÀ DEL FUTURO
11 novembre 2022, Arsenali Repubblicani di Pisa

Promosso dal Comune di Pisa e organizzato dalla rivista internazionale TOPSCAPE PAYSAGE per la promozione e lo sviluppo dell’Architettura del Paesaggio, in collaborazione con l’Ordine Architetti PPC di Pisa e  Euroambiente, il Convegno Formativo Internazionale “PISA 2050. Connessioni VerdeBlu per la città del futuro”  si pone come strumento conoscitivo delle azioni intraprese nella fase operativa da Pisa.

Pisa guarda al suo futuro e, con l’obiettivo temporale del 2050 mette in campo una serie di strategie e progetti che, a completamento del percorso che ha disegnato la trama e la struttura del modello di sviluppo dell’infrastruttura verde della città, coinvolgeranno l’intero organismo urbano in una logica di sistema integrato. Il sistema del paesaggio urbano di Pisa sviluppato in questi ultimi anni offre oggi alla città ben 51 parchi che sono raggiungibili dalle residenze entro un tempo di 5 minuti a piedi; a questi si aggiungono altre 39 aree a verde non attrezzato, raggiungibili in un tempo massimo di 10 minuti (700 metri).  A questa disponibilità di natura urbana generatrice di paesaggio ma soprattutto di  benessere fisico, di comfort psicologico e sociale si aggiungono i grandi polmoni verdi come il Parco Naturale Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli che costituisce oggi il Capitale Naturale della città in continuo sviluppo. A questa complessa infrastruttura ecologica appartiene anche il sistema fluviale del fiume Arno, una via d’acqua di oltre 18 Km che attraversa la città e, in connessione con il canale Navicelli, mette in relazione il fiume al mare attraverso il porto di Livorno.

Protagonisti del prossimo futuro quindi non solo la natura e la sua ricchezza ecologica e ambientale ma anche l’infrastruttura blu che coinvolgerà l’Arno. Con il progetto per la navigabilità del fiume vincitore del bando “Italia City Branding 2000”, l’Arno sarà infatti protagonista di un nuovo sistema di mobilità che non solo connette la città di Pisa ma anche tutto il territorio del Valdarno, definendo ai vari livelli azioni coordinate da adottare per la tutela delle risorse idriche, la salvaguardia del rischio idraulico, la valorizzazione dell’ambiente fluviale e soprattutto lo sviluppo economico, turistico e culturale legato alla fruibilità e alla navigabilità del fiume.

A tutto questo si affianca e integra lo sviluppo del piano per la Mobilità Sostenibile. Un sistema di piste ciclabili connesse all’infrastruttura verde che, attraverso il Piano Urbano di Mobilità di Area Vasta e il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile – PUMS, si propone di soddisfare la domanda di mobilità delle persone e delle imprese nelle aree urbane e peri-urbane per migliorare la qualità delle connessioni, seguendo anche in questo caso il principio di integrazione, partecipazione, monitoraggio e valutazione.

 

RIEPILOGO LINK UTILI

 

COMUNICATO STAMPA Salute degli ecosistemi e tutela del paesaggio: dal Convegno di Ingegneria naturalistica l’appello delle Associazioni

COMUNICATO STAMPA

Salute degli ecosistemi e tutela del paesaggio: dal Convegno di Ingegneria naturalistica l’appello delle Associazioni

 Agata Militello, 11 ottobre 2022

Ultimati i lavori del  quarto convegno internazionale di Ingegneria naturalistica Ma.T.E.R. –  Materials and Techniques in Ecological Restoration, dopo l’ampio apprezzamento dei tecnici intervenuti alle sessioni formative, giunge adesso il momento delle riflessioni.

Il Parco dei Nebrodi, organizzatore dell’evento congiuntamente all’Università di Palermo e l’AIPIN, Associazione italiana per l’ingegneria naturalistica – già da tempo gode di una rete di collaborazioni istituzionali, finalizzate alle gestione eco compatibile dell’area protetta.

L’apertura ha presentato chiaramente l’azione che Domenico Barbuzza, Presidente del Parco dei Nebrodi, intende portare avanti: salvaguardia dell’ambiente, divulgazione della cultura dello sviluppo sostenibile, sostegno alle giovani generazioni.

Perché il Parco ha un importante ruolo di indirizzo e coordinamento che viene unanimamente riconosciuto dalla fitta rete di collaborazioni sviluppatasi negli anni.

I lavori, seguiti sia in presenza che on line, hanno dato voce alla disciplina, che utilizza le piante autoctone per gli interventi antierosivi e di consolidamento, con  svariati i tipi di applicazione.

Lotta all’erosione e ricostruzioni di elementi delle reti ecologiche, e ancora interventi di rinaturalizzazione, anche in abbinamento con altri materiali come paglia, pietrame e i geotessuti.

Filo conduttore la necessità di utilizzare tecniche ecosostenibili, per sostenere i terreni che con l’abbandono delle campagne prima e con i disastri ambientali causati dagli  incendi,  rischiano di perdere l’identità e la vocazione che li caratterizza.

Importante orientare il comparto della vivaistica sulle varietà da utilizzare ma anche la necessità di avvalersi di tecnici che permettano la “naturale” integrazione al paesaggio esistente: ecco quindi la necessità di adottare un codice comportamentale per i professionisti e, in generale, per tutti gli addetti ai lavori.

L’appuntamento scientifico, che ha assunto cadenza quinquennale, è diventato così  un importante  momento di confronto e dibattito sulle  esperienze del settore.

Particolarmente apprezzati anche gli interventi di esperti stranieri, che hanno portato all’attenzione del pubblico problematiche e soluzioni di conservazione e rinaturalizzazione di ambienti costieri e montani: un motivo in più per investire anche nel nostro Paese su questo settore, ancora poco conosciuto, ma di grande tendenza, la cui attualità sta peraltro emergendo anche in questi mesi per la gestione delle risorse del PNRR.

Gli interventi stranieri, tra cui: Paola Sangalli – European Federation of Soil Bioengineering- Jun Yang – Sichuan Qionghai National Wetland Park (Cina), Albert Sorolla – Asociación Española de Ingeniería del Paisaje (AEIP), Florin Florineth – University of Natural Resources Life Sciences, Vienna,  Sandor Nemethy – University of Gothenburg e Ejarque Josep – Destination manager Piano Strategico per la gestione del Sentiero Italia (Dorsale dei Nebrodi) hanno mostrato le nuove tecniche dell’economia circolare:riutilizzare quanto più possibile ciò che la natura offre, dare una seconda vita a quelli che sono considerati scarti.

La presentazione degli interventi di ingegneria naturalistica della Dorsale dei Nebrodi e al Piano strategico per la gestione del Sentiero Italia, unitamente alla presentazione del volume IN.2.0 -Innovazioni in Ingegneria Naturalistica-, a cura di Federico Preti,  Rossana Saracino e Andrea Signorile ha permesso di sviluppare ulteriori considerazioni, che troveranno spazio negli atti del convegno, di prossima pubblicazione.

Nel corso del Convegno sono stati  consegnati i riconoscimenti del Premio intitolato a Giuliano Sauli, padre dell’ingegneria naturalistica italiana: Gioia Gibelli, Giuseppe Gisotti e Gianluigi Pirrera, gli esperti individuati dalla Giuria.

Elaborato inoltre un documento finale a cura dell’A.I.P.I.N. – primi firmatari  Federico Preti, Gioia Gibelli  Gianluigi Pirrera  Flora Vallone  e Giuseppe Doronzo- di appello ai decisori internazionali, sull’esigenza di comunicare al nuovo governo, l’urgenza  di occuparsi del rischio idrogeologico, della salute degli ecosistemi e, più in generale, del paesaggio italiano. Emerge con chiarezza lo stretto legame tra ambiente, società ed economia: ecco perché è importante programmare in tempo e con le giuste professionalità le azioni, con gli approcci multidisciplinare discussi durante i 2 giorni dedicati al convegno

Una occasione di confronto  con i migliori professionisti, che ringrazio per aver accolto l’invito al confronto nel territorio del Parco dei Nebrodi, per affrontare  le problematiche connesse alla difesa del suolo, agli interventi di rinaturalizzazione e conservazione degli habitat, grazie alle tecniche di ingegneria naturalistica commenta il Presidente del Parco Domenico Barbuzza.

A cura di Sara La Rosa, Parco dei Nebrodi

Convegno PASSATO, PRESENTE E FUTURO DEI RIMBOSCHIMENTI PER LA TUTELA DEL TERRITORIO E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE Firenze, 25 ottobre 2022

Convegno PASSATO, PRESENTE E FUTURO DEI RIMBOSCHIMENTI PER LA TUTELA DEL TERRITORIO E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE
Firenze, 25 ottobre 2022
Auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Via Folco Portinari 5

Per fronteggiare quella che si sta prospettando come una grave crisi ambientale, sono sempre più numerosi i progetti che puntano a ricostituire ecosistemi degradati o, ancora più spesso, piantare alberi.
Nel secolo scorso sono stati realizzati in Italia numerosi rimboschimenti, spesso inseriti in un’azione molto più vasta e complessa di bonifica montana che ha richiesto un imponente sforzo umano, tecnico e finanziario.
Questo convegno ha l’obiettivo di analizzare le prospettive attuali dei rimboschimenti e il loro contributo alla salvaguardia ambientale, al fine anche di fornire indicazioni per i nuovi programmi che si stanno avviando e impiegare al meglio le risorse disponibili. Come esempio della imponente opera di rimboschimento che ha interessato ampie aree del nostro Paese nel secolo scorso, verrà presentato il libro di Francesco Iovino “La ricostituzione boschiva in Calabria. Modello di riferimento del passato con approcci attuali in tema di tutela del territorio e dell’ambiente”.

Convegno_25_ottobre

APPELLO Rischio Idrogeologico: i governi non hanno fatto abbastanza 

APPELLO

Rischio Idrogeologico: i governi non hanno fatto abbastanza

Al termine del Convegno Internazionale MATER (organizzato con Parco dei Nebrodi ed Università degli studi di Palermo durato 2 giorni), in cui ricercatori e professionisti che si occupano di conservazione del territorio da discipline (geologia, pedologia, ingegneria, architettura del paesaggio, botanica, scienze agronomiche e forestali) e ruoli diversi, si sono confrontati sulle pesanti criticità che questo secolo deve affrontare, gli intervenuti hanno concordato sull’esigenza di comunicare al nuovo governo, l’urgenza irrimandabile di occuparsi del rischio idrogeologico, della salute degli ecosistemi e, dunque, del paesaggio italiano.

Sentiamo quindi il dovere, interpretando il pensiero dei tanti soci delle Associazioni Tecniche dell’Ambiente partecipanti (in particolare della Past President SIEP Iale Gioia Gibelli, della Presidente EFIB Paola Sangalli e dei tre vincitori del Premio Internazionale di Ingegneria Naturalistica “Giuliano Sauli”) di lanciare questo Appello, per il superamento di un approccio insufficiente e non più al passo con i tempi e i dettami normativi.

Il processo di degrado del territorio italiano è in atto da decenni e riguarda il dissesto idrogeologico, lo spreco di suolo, il degrado dei suoli e delle acque, la perdita di biodiversità e di paesaggi di qualità, la minaccia continua alla sicurezza delle persone e alla salute degli ecosistemi.

Nessun governo, finora, ha preso sul serio i temi della sicurezza ambientale e la situazione continua, infatti, a peggiorare. Alcuni esempi.

  • Il 93% dei comuni italiani presenta aree a rischio idrogeologico, aspetto che è destinato a peggiorare con i Cambiamenti Climatici (CC),
  • le spese per rimediare i danni prodotti da frane, alluvioni, dissesti, sono almeno 3 volte tanto le spese per realizzare interventi sapienti di adattamento ai CC, volti a ridurre le vulnerabilità in essere, di origine prevalentemente antropiche,
  • la perdita di sostanza organica dei suoli, sia per effetto dell’erosione che a causa dell’agricoltura intensiva, penalizza fortemente la capacità dei suoli stessi di catturare carbonio, infiltrare l’acqua, ecc.
  • L’impermeabilizzazione incontrollata di suolo, senza una adeguata gestione delle acque meteoriche e del reticolo idrografico, genera problemi ingenti sia per quanto riguarda le alluvioni urbane, sia per la qualità delle acque superficiali e sotterranee, e sottrae Servizi Ecosistemici fondamentali alla riduzione della vulnerabilità dei
  • Il “13° Global Risk Report” del World Economic Forum di Davos del 2018, riportava peraltro, nella lista delle maggiori minacce per gli investimenti, tra le prime 5: gli eventi meteorici estremi (la cui pericolosità cresce con la vulnerabilità dei territori), i disastri naturali, il fallimento delle politiche per la mitigazione e l’adattamento ai CC, la crisi dell’acqua. Subito dopo, la perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi, i disastri ambientali prodotti dall’uomo stesso. Tutti aspetti di cui il territorio italiano è indubbiamente “ricco”.

E’ ormai innegabile lo stretto rapporto tra ambiente, società ed economia ed è altrettanto evidente che continuare a “dimenticare” le vulnerabilità territoriali, porterà sempre più frequentemente al collasso strutture naturali degradate e strutture artificiali inadeguate, incidendo in modo significativo sull’economia. Non solo per l’aumento esponenziale dei costi di “riparazione”, ma anche come deterrente per investimenti e come ostacolo per lo sviluppo di economie varie, tra cui quelle che possono essere sostenute da paesaggi sani.

Il territorio ci chiede di intervenire urgentemente e sapientemente, con azioni con e non contro la natura, incardinate in programmi di breve, medio e lungo periodo. Azioni non casuali, ma pensate e sviluppate per dare risposte efficaci alla grande varietà di situazioni che caratterizza il tutto territorio italiano.

Dunque ci sentiamo in dovere di chiedere ai governi nazionale e regionali, di prendere quella decisione che non è mai stata presa finora

salvare il territorio e con esso i paesaggi e le risorse che sono alla base di ogni economia e civiltà”.

Se la decisione, come auspicato, verrà presa, AIPIN che è parte del CATAP (una rete di associazioni tecnico scientifiche per l’ambiente e il paesaggio), è disposta a mettersi in gioco, con le competenze multidisciplinari, scientifiche, tecniche, le esperienze trentennali sulla riparazione adattativa e cura del territorio, e le idee maturate attraverso i numerosi confronti e la conoscenza profonda della molteplicità degli aspetti che caratterizzano le vulnerabilità dei sistemi territoriali.

La complessità richiede approcci multidisciplinari per capire e trovare soluzioni efficaci, durevoli nel tempo perché autorigeneranti. Dunque è necessario un cambio di passo, che veda gli specialismi come approfondimenti indispensabili all’interno di un pensiero complessivo. Diversamente, continueremo a vedere muri di difesa che crollano, paesi spazzati dal fango, raccolti inesistenti per la mancanza d’acqua, piante sbagliate che bloccano i ponti, spese folli per difendere edifici che non avrebbero mai dovuto essere costruiti.

E’ dunque urgente un percorso formativo che riporti i tecnici italiani ai vertici della qualità progettuale perché le risorse economiche disponibili vengano investite e non spese, nella piena consapevolezza dei rischi e delle possibili soluzioni e alternative. Ad esempio, un programma attento di manutenzione del territorio, basato sulla cura ordinaria, oltre a prevenire danni ingenti può ridurre fino all’80% i costi complessivi di gestione e riparazione.

Le risorse naturali sono un capitale su cui si sostiene tutta l’economia. Un esempio è il suolo che sostiene qualsiasi attività nonché una gran parte dei Servizi Ecosistemici indispensabili alla nostra vita, il cui processo inarrestabile di consumo è nato con una riforma fiscale (l’introduzione dell’ICI a compensazione della cessazione dei trasferimenti di fondi dallo Stato centrale per la gestione dei servizi comunali) che ha allargato al pubblico l’interesse privato di costruire: non può esistere il risparmio di risorse non rinnovabili, e dunque un percorso nazionale verso l’impoverimento, se la fiscalità continua a premiarne lo sfruttamento. È urgente un graduale passaggio ad una fiscalità che premi significativamente le attività volte alla conservazione delle risorse non rinnovabili, al riuso, alla rigenerazione di risorse, e che penalizzi significativamente il consumo di risorse non rinnovabili. Un primo passo, semplice, per esempio, l’introduzione dell’IVA agevolata sul materiale vegetale e la e la costruzione di spazi verdi (oggi è pari al 22%) e l’aumento significativo dell’IVA per le costruzioni che consumano risorse.

Il percorso più rapido ed efficace è quello di “formare facendo”, utile per tutti, attori pubblici e privati. Si evidenzia le necessità di introdurre come prassi per i progetti PNRR, un “accompagnamento esperto” multidisciplinare da parte di tecnici di accertate competenze, con il triplice obiettivo di migliorare la qualità dei progetti, formare facendo tecnici pubblici e privati, aprire il percorso che porterà a delineare una PA davvero innovativa e sburocratizzata, in quanto focalizzata a orientare e verificare le qualità e gli obiettivi raggiunti, perché ne ha le competenze, anziché controllare l’andamento di procedure tortuose, totalmente inefficaci nei confronti della risoluzione dei problemi e della necessità di sperimentare per innovare. La riduzione vera del rischio idrogeologico si può ottenere solo con azioni coraggiose che prevedono la delocalizzazione di edifici e infrastrutture che non avrebbero mai dovuto essere costruite.  Ciò permetterebbe, ad esempio, di “ridare spazio a fiumi” e quindi all’acqua, che tornerebbe amica anziché temibile minaccia, alla funzione fitodepurante della vegetazione ripariale e golenale e alla ricarica delle falde, unico grande magazzino d’acqua che può supplire allo scioglimento dei ghiacciai. Pertanto si propone di predisporre da subito un Piano Nazionale di demolizione, volto a definire le priorità rispetto al rischio, da attuare nel 2026 con i fondi che resteranno inutilizzati dal PNRR: se il piano sarà pronto, compresi gli accordi con chi vive quotidianamente la minaccia dell’alluvione e/o della frana, la realizzazione potrà essere rapidissima.

Questa misura avrà un ritorno economico indiretto in termini di risparmio sulle gestioni future, di sicurezza dei territori, delle persone e degli approvvigionamenti, della conservazione dell’acqua e dei suoli, nonché sull’adattamento ai CC.

Tutto ciò, se perseguito attraverso il modello dell’Accompagnamento esperto, potrà dare frutti importanti sia nella formazione che nell’occupazione giovanile, con la potenzialità di costruire una nuova generazione di “tecnici per il territorio”, indispensabile in un territorio così diverso e fragile come quello italiano. Territorio che deve smettere di disfacersi, al fine di tornare attrattore di investimenti sicuri.

AIPIN, pronta a rimboccarsi le maniche, attende una risposta.

Firenze, 6 ottobre ’22

Prof. Ing. Federico Preti, Arch. Gioia Gibelli, Biol. Paola Sangalli, Geol. Giuseppe Doronzo, Ing. Gianluigi Pirrera, Arch. Flora Vallone

 

Download per divulgazione:  Appello AIPIN AI GOVERNI Rischio Idrogeologico i governi non hanno fatto abbastanza Definitivo Ottobre 2022

Rassegna stampa 4° CONVEGNO INTERNAZIONALE DI INGEGNERIA NATURALISTICA 23-24 settembre 2022

Materiali e Tecniche per il Recupero degli Ecosistemi
Parco dei Nebrodi – 23 e 24 settembre 2022

RASSEGNA STAMPA:

  1. Sant’Agata Militello: oggi e domani la quarta edizione del convegno internazionale di ingegneria naturalistica https://www.amnotizie.it/2022/09/23/santagata-militello-oggi-e-domani-la-quarta-edizione-del-convegno-internazionale-di-ingegneria-naturalistica/
  2. Preti: le tecniche di costruzione vanno ispirate alla natura https://messina.gds.it/video/cronaca/2022/09/23/preti-le-tecniche-di-costruzione-vanno-ispirate-alla-natura
  3. Così ingegneri naturalistici, ambientalisti e ricercatori rilanceranno il Parco dei Nebrodi: https://messina.gds.it/foto/societa/2022/09/23/cosi-ingegneri-naturalistici-ambientalisti-e-ricercatori-rilanceranno-il-parco-dei-nebrodi
  4. Sant’Agata Militello. Al via il quarto convegno internazionale di Ingegneria naturalistica Ma.T.E.R.:  https://www.facebook.com/watch/?v=887311595636673&extid